A partire da oggi, vi proporremo ogni giorno un brano di un romanzo famoso in cui viene rappresentato un comportamento tipico stimolato dal diffondersi di un’epidemia. Sì, perché questi comportamenti, nel bene e nel male, sono già tutti scritti: magari da secoli. Rileggerli oggi può essere illuminante e magari aiutarci a deviare, a non cadere nei soliti stereotipi.  Il primo brano che vi proponiamo, riagganciandoci alla  bella lettera del preside del liceo Volta di Milano ai suoi studenti, viene dai PROMESSI SPOSI di ALESSANDRO MANZONI ovvero dalle pagine sulla peste. Anche allora c’era un popolo straniero che veniva guardato con sospetto: solo che invece dei cinesi erano i francesi…  

“…era venuto un dispaccio, sottoscritto dal re Filippo IV, al governatore (di Milano ndr) per avvertirlo ch’erano scappati da Madrid quattro francesi, ricercati come sospetti di spargere unguenti velenosi, pestiferi: stesse all’erta, se mai coloro fossero capitati a Milano.Il governatore aveva comunicato il dispaccio al senato e al tribunale della sanità: né, per allora, pare che ci si badasse più di tanto. Però scoppiata e riconosciuta la peste, il tornar nelle menti quell’avviso poté servir di conferma al sospetto indeterminato di una frode scellerata… Tre giovani compagni francesi, un letterato, un pittore, un meccanico venuti per vedere l’Italia, per istudiarvi le antichità, e per cercarvi qualche occasione di guadagno, s’erano accostati a non so quale parte esterna del duomo, e stavan lì guardando attentamente. Uno che passava, li vede e si ferma; gli accenna a un altro, ad altri che arrivano: si formò un crocchio, a guardare, a tener d’occhio coloro, che il vestiario, la capigliatura, le bisacce, accusavano di stranieri e, quel ch’era peggio, di francesi. Come per accertarsi che era marmo, stesero la mano a toccare. Bastò. Furono circondati, afferrati, malmenati, sospinti, a furia di percosse, alle carceri. Per buona sorte, il palazzo di giustizia è poco lontano dal duomo: e, per una sorte ancora più felice, furon trovati innocenti, e rilasciati.”