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Se la cucina è in Svizzera e il bagno in Italia, dov'è la nostra identità? | 08.05.2018
Se la cucina è in Svizzera e il bagno in Italia, dov'è la nostra identità?
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Il rifugio del Cervino e i confini che si spostano: fuori di noi e dentro di noi.
Con lo sciogliersi dei ghiacciai, i confini si spostano: è di pochi giorni fa la  notizia che un rifugio italiano sul Cervino, a 3480 metri, è stato “tagliato in due” dalla nuova linea di cresta che nel frattempo è emersa:  il rifugio ora è per buona parte in Svizzera. Da questa vicenda, che ricorda un vecchio film di Totò e Fernandel, derivano svariate conseguenze. La più lampante: i proprietari non riescono ad avviare la prevista ristrutturazione perché la regolazione elvetica in materia è diversa da quella nostrana. Anche cambiare un infisso diventa così una delicata questione politica. Per rifare il bagno ci vorrà una schiera di diplomatici.E questa è solo la punta dell’iceberg - per restare in tema di ghiacci - di qualcosa che va a toccare la nostra identità più profonda: chi siamo, a chi apparteniamo, in un pianeta che è sempre più “liquido” , in senso metaforico (vedi il digitale) e anche in senso reale? Da dove possiamo ricavare oggi un senso di solidità se neanche le montagne sono più affidabili come un tempo?Nel film del 1958, “La legge è legge”, Fernandel, che interpreta un doganiere francese nato nella cucina di un albergo sul confine Italia-Francia, vede a un certo punto messa in dubbio la sua nazionalità con conseguenze potenzialmente tragicomiche. Se, come pare, la cucina risultasse essere in Italia anziché in Francia, lui di colpo diventerebbe insieme italiano e bigamo: il suo divorzio dalla prima moglie non risulterebbe infatti valido in un Paese in cui divorziare ancora non è lecito.Non solo, se risultasse italiano anziché francese, avendo lui combattuto in guerra con i francesi, per l’esercito nostrano sarebbe un disertore.Bigamia più diserzione uguale galera assicurata.Fortunatamente per il nostro personaggio, le cose si sistemano e si arriva all’happy end.E che cosa sarà invece di noi e del Cervino oggi che i confini diventano sempre più mobili?Come cambierà il nostro modo di pensare, di sentire, di vivere, di darci dei principi, se i confini – anche quelli geografici – perdono la loro rassicurante certezza? Che ne sarà della geografia della nostra anima? Per ora, della faccenda del rifugio italo-svizzero, si occuperà una “commissione paritetica”. Per il resto vedremo. 
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