La reputazione è un concetto antico ritornato – quasi di colpo - alla ribalta. Una volta, tanto tempo fa, una ragazza non riusciva a sposarsi se non aveva una buona reputazione. Un uomo poteva faticare a trovare un impiego. Questo succedeva in un altro mondo, in cui tutti si conoscevano ed erano soliti parlare gli uni degli altri, specialmente in assenza dell’interessato. Non per niente una delle definizioni di reputazione è “quello che le persone dicono di te quando lasci la stanza”. Poi – insieme alla crescita imponente delle città e dell’economia - sono arrivati i tempi dell’Anonimato: nessuno sapeva più niente di te. Potevi (e puoi ancora)  abitare anni in un palazzo e non sapere niente del tuo vicino di casa. Eri libero di sparire dalla circolazione quando volevi: cambiavi lavoro, cambiavi giro di amici e via.Oggi il vicino lo incontri (e ti incontra) su Facebook. Solo leggendo il nome sulla casella della posta, se sei abbastanza curioso, puoi scoprire dove lavora e che studi ha fatto. E’ tutto su Linkedin.Le società a partecipazione pubblica – solo per fare un esempio - sono obbligate a pubblicare i curricula dei fornitori sul loro sito internet. I tempi dell’Anonimato sono finiti: ci troviamo di nuovo esposti come quando vivevamo nei villaggi. Non per niente si parla di Villaggio Globale. (Il che significa che non abbiamo neanche la chance di trasferirci perché dovremmo proprio scendere dal pianeta Terra.) Oggi – soprattutto grazie alla tecnologia - la reputazione è tornata a condizionare le nostre vite, forse ancora più che in passato.Se chiedi un prestito o un mutuo, lo scoprono in un attimo che cinque anni fa ti sei dimenticato di pagare l’ultima rata del televisore. A farsi una brutta reputazione non ci vuole niente.Per farsene una buona ci vuole molto di più. Vale per le persone e anche per le aziende.A quelli che pensano di defilarsi, un avviso: non esiste sul mercato, qualunque mercato, una reputazione “neutra”. Non avere nessuna reputazione equivale ad avere una cattiva reputazione. A breve approfondiremo l'argomento. Intanto cominciamo a pensarci.