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iniziative

Il ritorno di Ulisse | 11.07.2016
Il ritorno di Ulisse
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Tra Ciclopi e Mangiatori di Loto, alla ricerca di se stessi e del proprio mito fondativo.
Si è da poco concluso in Acoté un ciclo di sette incontri, un counseling di gruppo dedicato al tema del Ritorno. Protagoniste una decina di persone, diversissime tra di loro eppure tutte accomunate da questa voglia di tornare. Ma tornare dove esattamente? Il Ritorno – nel senso in cui noi lo intendiamo – non è il viaggio all’indietro verso un posto specifico. Può essere piuttosto considerato una categoria esistenziale. Ha a che fare con quell’esigenza, che si manifesta a un certo punto della vita, di liberarsi da tante sovrastrutture che ci siamo creati e che, se da un lato ci danno un senso di protezione, dall’altro ostacolano la nostra riuscita, personale o professionale che sia.   Campione del Ritorno all’autenticità originaria, nel nostro immaginario di uomini e donne occidentali, è Ulisse che vaga dieci anni per poter fare ritorno a Itaca dopo la distruzione di Troia. Ecco perché questo personaggio e il suo mondo di riferimento sono stati la metafora guida del nostro viaggio. Del resto, chi nella sua vita e nella sua carriera non si è trovato gettato - quasi per caso - su di una spiaggia dove non aveva punti di riferimento? O nelle fauci di un’entità ciclopica e dalla visione monoculare, totalmente e drammaticamente focalizzata su di un unico obiettivo? Oppure in mezzo ai mangiatori di Loto, grandi coltivatori del fiore – dolcissimo ma pericolosissimo -“che toglie la memoria e il desiderio”? Come abbiamo toccato con mano durante il percorso, Ulisse è personaggio più attuale che mai: sia come esempio di un’umanità complessa – nel bene e nel male - sia come modello di leadership. Non c’è da stupirsi. Non dimentichiamo che Umberto Eco definiva opere come L’Odissea (e anche la Bibbia) “sgangherabili”. “Sgangherabile” significa che, in qualsiasi luogo e in qualsiasi tempo, posso prendere il testo, farlo a pezzi e ricomporlo di volta in volta in modo diverso, generando una moltitudine di significati tutti validi e modernissimi. Ecco perché, tornando a un antico mito greco, all’origine della nostra civiltà, possiamo tornare anche noi alle nostre origini perdute: scoprire chi eravamo per dare un senso al viaggio fatto finora e a quello che ancora dobbiamo compiere. Sapendo che anche il passato, esattamente come il futuro, è tutto da inventare. E che il mito fondativo di ciascuno di noi ovvero quell’Itaca che ci definisce come individui, lo troveremo solo a posteriori.    
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